Mutui casa, come cambiano i tassi e le preferenze degli italiani

Con la pubblicazione della sua Bussola trimestrale sui mutui casa, CRIF ha confermato l’evoluzione degli indici di riferimento e il mutamento delle preferenze degli italiani alle prese con il finanziamento abitativo.

In particolare, afferma la Bussola, il tasso fisso – dopo aver assorbito negli ultimi 12 mesi oltre il 90% delle preferenze delle famiglie italiane alla ricerca di un mutuo – stia diminuendo gradualmente il suo peso tanto da non superare i tre quarti delle scelte nel corso del secondo trimestre 2022.

Come cambiano i tassi

Per quanto concerne gli indici di riferimento, è evidente un ritorno al passato, non troppo gradito. Gli indici IRS, base di calcolo per i tassi di interesse per i mutui a tasso fisso, sono saliti verso l’alto nel corso del secondo trimestre 2022 fino a posizionarsi sui livelli toccati 8 anni fa.

In particolare, l’IRS di durata pari a 20 anni è passato dall’1,10% medio di marzo al 2,22% medio di luglio dopo aver toccato un picco del 2,58% a giugno. Andamento simile per l’Euribor, a cui sono agganciati i tassi dei mutui variabili, che nella scadenza 3 mesi è tornato in territorio positivo dopo ben 7 anni.

Il ritorno del tasso variabile nei mutui casa

Questa evoluzione dei tassi nei mutui casa sembra aver rinvigorito le prestazioni dei mutui a tasso variabile, che hanno aumentato il proprio peso sul totale delle preferenze delle famiglie italiane fino ad arrivare al 18% (a cui, peraltro, aggiungere un 7% di mutui a tasso variabile con cap).

In questo scenario, peraltro, gli italiani non sembrano esser timorosi della futura crescita dell’Euribor, scommettendo evidentemente che il rialzo dei tassi sarà lento e graduale nel tempo e, comunque, non sufficiente per rendere il più oneroso tasso fisso in una posizione di maggiore convenienza.

Si giustifica così il forte aumento della scelta verso i mutui a tasso variabile, con gli italiani che probabilmente si conservano come piano “B” la successiva surroga verso i tassi fissi.

Si ridimensiona la quota dei mutui under 36

Tra gli elementi che saltano maggiormente all’attenzione all’interno della Bussola Mutui CRIF troviamo poi il forte calo della quota di mutui richiesti da parte degli under 36 che, nella prima metà dell’anno, era stata sempre superiore al 30%.

Il motivo di tale retrocessione è evidentemente da ricercarsi nella sospensione definitiva dell’offerta di mutui giovani a tasso fisso con garanzia del Fondo Consap: il forte sviluppo degli indici IRS che ha preso il via da gennaio 2022 ha infatti spinto gli istituti di credito a metter fine a tale proposta perché i TAEG di prodotto risultavano essere sopra le soglie limite comunicate ogni tre mesi dalla Banca d’Italia e rendendo così antieconomica la prosecuzione di tale offerta a tassi molto ridotti rispetto a quelli di mercato.

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