I tassi Bce restano fermi, quanto costano oggi le rate del mutuo

Restano fermi i tre tassi di riferimento Bce, come ampiamente ci si aspettava. La riunione dell’11 aprile 2024 del Consiglio Direttivo della Banca Centrale Europea ha deciso che “I tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale rimarranno invariati rispettivamente al 4,50%, al 4,75% e al 4,00%”. Quanto costano oggi i mutui secondo le simulazioni di idealista/mutui.

Ecco perché la Bce non taglia i tassi

“Il Consiglio direttivo ha deciso oggi di mantenere invariati i tre tassi di interesse di riferimento della BCE, – si legge nella nota dell’istituto guidato da Christine Lagarde. –  Le nuove informazioni hanno sostanzialmente confermato la sua precedente valutazione circa le prospettive di inflazione a medio termine. L’inflazione ha continuato a ridursi, soprattutto per effetto dell’andamento più contenuto degli alimentari e dei beni. Le misure dell’inflazione di fondo stanno perlopiù diminuendo, la crescita dei salari registra una graduale moderazione e le imprese stanno assorbendo parte dell’incremento del costo del lavoro con i loro profitti.

Le condizioni di finanziamento rimangono restrittive e i precedenti rialzi dei tassi di interesse continuano a incidere sulla domanda, contribuendo al calo dell’inflazione.

Tuttavia le pressioni interne sui prezzi sono forti e mantengono elevata l’inflazione dei servizi”.

Inflazione: come influirà sul taglio dei tassi

Il Consiglio direttivo della Bce mantiene come obbiettivo il ritorno dell’inflazione al livello del del 2% a medio termine, e al momento, come si legge nella nota diffusa, i tassi di interesse di riferimento si ritiene si collochino su livelli che “forniscono un contributo sostanziale al processo di disinflazione in atto”.

I tassi restano quindi invariati, e resteranno “sufficientemente restrittivi finché necessario.

Se la valutazione aggiornata del Consiglio direttivo in merito alle prospettive di inflazione, alla dinamica dell’inflazione di fondo e all’intensità della trasmissione della politica monetaria accrescesse ulteriormente la sua certezza che l’inflazione stia convergendo stabilmente verso l’obiettivo, sarebbe opportuno ridurre l’attuale livello di restrizione della politica monetaria”. Quella che manca è l’informazione che tutti si chiedono: quando si ridurrà la pressione sulla restrizione della politica monetaria? L’approccio di Lagarde in questo senso resta “data driven”; le decisioni verranno definite di volta in volta a ogni riunione, “senza vincolarsi a un particolare percorso di riduzione”.

Inflazione e crescita, le stime della Bce

Tenendo d’occhio i dati di inflazione e crescita, sui quali il Consiglio Direttivo si baserà per prendere anche le prossime decisioni di politica monetaria, occorre considerare che, secondo le proiezioni Bce, l’inflazione dovrebbe diminuire nei prossimi anni, ma più lentamente rispetto al 2023. Con il venir meno delle pressioni dal lato dei costi e per effetto della politica monetaria della BCE, l’inflazione complessiva si dovrebbe ridurre dal 5,4% del 2023 al 2,3% nel 2024 e al 2,0% nel 2025raggiungendo l’1,9% nel 2026. La crescita economica rimarrà invece debole nel breve termine a seguito di condizioni di finanziamento restrittive e di un clima di limitata fiducia. Con il calo dell’inflazione, la ripresa dei redditi delle famiglie e il rafforzamento della domanda esterna, il PIL in termini reali dovrebbe aumentare dello 0,6% nel 2024, dell’1,5% nel 2025 e dell’1,6% nel 2026.

Tassi di interesse, quando scenderanno? Il parere di idealista

Anche questa volta l’approccio della Bce è stato rivolto a cogliere i segnali del mercato, senza dare indicazioni certe sul momento in cui i tassi scenderanno. Qualche indizio però lo abbiamo: da un lato Lagarde, dopo la scorsa riunione del Consiglio Direttivo, aveva accennato alla possibilità di iniziare non prima di giugno il taglio dei tassi. Dall’altro, l’analisi dei futures mostra l’Euribor a 3 mesi intorno all’area del 3% entro la fine dell’anno, e verso quota 2,65% dopo la primavera del 2025. Movimento che anticipa quello che potrebbe essere il livello dei tassi per allora.

“In giugno avremo più visibilità della situazione, – commenta Fabio Femiani, responsabile mutui di idealista per l’Italia. – Attendiamo i movimenti dell’inflazione e degli indici macroeconomici per farci un’idea più chiara. Al momento però è corretto e necessario essere prudenti. Non si può dare per scontato che già in giugno inizi la discesa. Visto il profilo prudente del Consiglio Direttivo, sembra chiaro che per la fine dell’anno non ci sarà una discesa forte dei tassi”.

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Documenti necessari per chiedere un mutuo

Chiedere un mutuo è un passo importante nella vita di molti, e la prima domanda che sorge spontanea è: quali documenti servono? Questa è una questione cruciale, poiché la raccolta della documentazione corretta è essenziale per facilitare il processo di approvazione del finanziamento. In questo articolo, forniremo una panoramica esaustiva dei documenti richiesti per richiedere un mutuo presso l’Agenzia Immobiliare Unicasa.

Documenti Anagrafici

Iniziamo con i documenti anagrafici, che costituiscono la base per la richiesta di un mutuo. È necessario presentare i seguenti documenti:

  • Carta d’identità, codice fiscale o altri documenti di identificazione validi.
  • Certificato di residenza e stato famiglia.
  • Permesso di soggiorno per i cittadini extracomunitari.

Se il richiedente è coniugato o ha una partnership civile, potrebbe essere richiesto di presentare documenti aggiuntivi come l’estratto di matrimonio. Allo stesso modo, per coloro che sono separati o divorziati, sarà necessario fornire l’omologa documentazione legale.

Documenti Reddituali

Oltre alla documentazione anagrafica, è fondamentale dimostrare la propria situazione finanziaria. Per i lavoratori dipendenti, ciò può includere:

  • Una copia del contratto di lavoro o una dichiarazione del datore di lavoro riguardante l’anzianità di servizio.
  • Cedolini degli stipendi degli ultimi mesi.
  • Documenti fiscali come il modello CU, il modello 730 o Unico.
  • Ricevute di pagamento di imposte e contributi.
  • Estratto conto bancario degli ultimi mesi.

Per i lavoratori autonomi, i documenti richiesti potrebbero comprendere:

  • Dichiarazioni dei redditi degli ultimi due anni.
  • Ricevute di pagamento di imposte e contributi.
  • Documenti che confermano l’iscrizione alla Camera di Commercio o all’albo professionale.

Anche i pensionati possono richiedere un mutuo, e per loro la documentazione richiesta è simile a quella dei lavoratori dipendenti, con l’aggiunta del cedolino della pensione.

Preparare in anticipo tutta la documentazione necessaria è fondamentale per accelerare il processo di approvazione del mutuo. Ricordate che il team dell’Agenzia Immobiliare Unicasa è sempre disponibile per fornire assistenza e chiarimenti su quali documenti sono necessari per la vostra specifica situazione.

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Mutui Prima Casa: Le Migliori Offerte del 2024

Se stai pensando di acquistare la tua prima casa e stai cercando le migliori offerte di mutui disponibili, potresti essere interessato alle ultime novità introdotte dalla legge di Bilancio 2024. Questa legge ha confermato il fondo di Garanzia fino all’80% del capitale per i mutui prima casa sottoscritti dai giovani con meno di 36 anni, ma non è finita qui.

Fondo di Garanzia Prima Casa per Famiglie Numerose

Un emendamento alla legge ha aggiunto una nuova categoria con priorità di accesso al fondo Consap: le famiglie numerose. Questa misura è stata pensata appositamente per famiglie con tre o più figli di età inferiore ai 21 anni e un Isee inferiore a determinati limiti. Il tetto massimo della garanzia può arrivare fino al 90% della quota capitale del mutuo sottoscritto, a seconda del numero di figli e del valore dell’Isee.

A Chi è Rivolto il Fondo di Garanzia Prima Casa?

Il Fondo di Garanzia Consap per i mutui agevolati nel 2024 è rivolto principalmente a diverse categorie di persone, tra cui:

  • Famiglie Numerose: con tre o più figli di età inferiore ai 21 anni e Isee sotto determinati limiti.
  • Giovani Under 36: che desiderano acquistare la loro prima casa.
  • Famiglie Monogenitoriali: con un solo genitore e figli a carico.
  • Conduttori di Alloggi Popolari: che desiderano diventare proprietari della loro abitazione.

Tuttavia, ci sono alcune condizioni da rispettare per poter accedere al fondo di garanzia, tra cui:

  • Non essere proprietari di altri immobili residenziali in Italia o all’estero.
  • Il valore dell’immobile da acquistare non deve superare i 250.000 euro.
  • L’immobile deve essere destinato a essere la tua prima casa.
  • L’immobile non deve essere classificato come casa di lusso secondo le categorie catastali (A1, A8, A9).

In conclusione, se rientri in una di queste categorie e rispetti le condizioni previste, potresti beneficiare del fondo di Garanzia per ottenere un mutuo agevolato per la tua prima casa. Assicurati di verificare i dettagli con la tua banca o un consulente finanziario per trovare l’offerta migliore che soddisfi le tue esigenze.

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Mutui casa, come cambiano i tassi e le preferenze degli italiani

Con la pubblicazione della sua Bussola trimestrale sui mutui casa, CRIF ha confermato l’evoluzione degli indici di riferimento e il mutamento delle preferenze degli italiani alle prese con il finanziamento abitativo.

In particolare, afferma la Bussola, il tasso fisso – dopo aver assorbito negli ultimi 12 mesi oltre il 90% delle preferenze delle famiglie italiane alla ricerca di un mutuo – stia diminuendo gradualmente il suo peso tanto da non superare i tre quarti delle scelte nel corso del secondo trimestre 2022.

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