Mutui in ripresa nel primo trimestre 2025, ecco perché

i dati di Crif sulla domanda di mutui casa all’inizio dell’anno

Continua il trend positivo del mercato dei mutui in Italia: nel primo trimestre del 2025 le richieste di finanziamento per l’acquisto di immobili da parte delle famiglie italiane sono cresciute del 22,4% rispetto allo stesso periodo del 2024. Un risultato che consolida la ripresa avviata nei mesi precedenti, alimentata soprattutto dalla riduzione dei tassi d’interesse operata dalla Banca Centrale Europea. I dati del Barometro Crif.

Il solo mese di marzo ha confermato la tendenza, con un incremento delle richieste pari al 20,5%, in linea con la media trimestrale. A beneficiarne è stata anche la rata mensile dei mutui, ora più leggera, rendendo i finanziamenti a lungo termine maggiormente accessibili e sostenibili.

Anche le surroghe, ovvero la possibilità di rinegoziare le condizioni del proprio mutuo trasferendolo a un altro istituto, hanno registrato un aumento nel 2024 pari al 19,6%. Più contenuta, ma comunque positiva, la crescita dei nuovi mutui erogati, che segnano un +1,1%.

“La strategia monetaria di Bruxelles ha infuso un’ondata di rinnovato ottimismo al mercato del credito. Le famiglie italiane si orientano sempre di più verso mutui a tasso fisso, percepiti come garanzia di stabilità. Tuttavia, l’instabilità geopolitica e le tensioni commerciali internazionali potrebbero smorzare questo slancio positivo”, commenta Simone Capecchi, Executive Director di CRIF.

Importi in crescita: mai così alti dal 2015

L’importo medio richiesto nel primo trimestre del 2025 è stato di 150.732 euro, con un aumento del +4,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. È il valore più alto registrato nell’ultimo decennio: basti pensare che nel 2015 la media si attestava attorno ai 124.000 euro.

Nel dettaglio, il 31,1% delle richieste riguarda mutui compresi tra 100.000 e 150.000 euro, seguiti a breve distanza dalla fascia 150.000-300.000 euro con il 30,3%. Le fasce inferiori (fino a 100.000 euro) rappresentano complessivamente il 33,4% delle richieste, mentre solo il 5,2% supera i 300.000 euro.

Durata e profilo dei richiedenti

A confermare la tendenza verso importi maggiori, si osserva una netta preferenza per piani di ammortamento lunghi: il 41,3% dei mutui richiesti ha una durata compresa tra 25 e 30 anni, mentre il 20,9% si estende tra i 20 e i 25 anni. Solo una piccola parte degli italiani – lo 0,4% – opta per una durata inferiore ai 5 anni.

Il profilo tipo del richiedente? Ha tra i 25 e i 44 anni, fascia che raccoglie oltre il 63% del totale. I più giovani (18-24 anni) rappresentano ancora una fetta marginale del mercato, con appena il 3,4%, mentre oltre i 65 anni la percentuale scende drasticamente allo 0,1%.

Uno sguardo al futuro

Il quadro che emerge dal Barometro CRIF mostra un mercato dei mutui in ripresa e con fondamenta solide, spinto da condizioni economiche più favorevoli e da una crescente fiducia delle famiglie. Tuttavia, l’incertezza legata allo scenario geopolitico e alle tensioni economiche internazionali impone cautela.

Se il contesto resterà stabile, le previsioni per il resto del 2025 lasciano intravedere un ulteriore rafforzamento della domanda, con un mercato del credito che potrebbe tornare sui livelli pre-pandemia, se non addirittura superarli.

Condividi

Rimborso interessi del mutuo sulla prima casa: come funziona

È possibile portare in detrazione il 19% degli interessi passivi sul mutuo, per un massimo di 4.000 euro: ecco come fare.

Come funziona il rimborso degli interessi del mutuo sulla prima casa? Si tratta di un dubbio certamente frequente fra i contribuenti che, finalizzata una compravendita immobiliare, desiderano approfittare degli appositi incentivi. Quando si acquista l’abitazione principale, è infatti possibile avvalersi della detrazione IRPEF al 19% degliinteressi passivi sul mutuo contratto, per un massimo di 4.000 euro. Ma, una volta che si trova il mutuo migliore per le proprie esigenze, quale procedura seguire per ottenere il rimborso?

Cos’è la detrazione degli interessi sul mutuo

Il rimborso degli interessi passivi sul mutuo per la prima casa rappresenta un importante incentivo per tutti coloro che, desiderosi di possedere un immobile di proprietà adibito ad abitazione principale, vogliono avvalersi di un finanziamento ipotecario. Regolata dall’articolo 15 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi, ovvero il D.P.R. 917/1986, la misura prevede:

  • una detrazione IRPEF al 19% sugli interessi passivi e sulle spese accessorie pagate sul mutuo;
  • fino a un massimo di 4.000 euro l’anno.

Come facile intuire, l’incentivo è disponibile per i finanziamenti contratti sulla prima casa – quindi l’abitazione principale, dove si è fissata la propria residenza – tuttavia la detrazione può essere estesa anche:

  • ai mutui ristrutturazione;
  • ai mutui per la costruzione di nuovi immobili.

Per i finanziamenti per ristrutturazione o costruzione, il tetto massimo detraibile all’anno è però di 2.582,28 euro. Per comprenderne il funzionamento di ogni tipologia di mutuo, compresi i già citati finanziamenti per ristrutturazioni e costruzioni, è utile avvalersi di una guida passo per passo al mutuo.

I requisiti per il rimborso degli interessi sul mutuo

Prima di entrare nel dettaglio su come si recuperano gli interessi sul mutuo, è innanzitutto necessario vagliare le condizioni che permettono di approfittare delle agevolazioni previste per legge. Così come evidenziato anche dalla guida dell’Agenzia delle Entrate sulla detrazione degli interessi sul mutuo per la prima casa, è necessario che:

  • l’immobile sia stato acquistato dalla persona che ha acceso il mutuo;
  • la casa sia adibita ad abitazione principale del mutuatario, o da un suo familiare, con lo spostamento della residenza entro un anno dall’acquisto;
  • l’immobile sia stato acquistato nell’anno precedente, o successivo, alla stipulazione del mutuo.

Tuttavia, potrà essere recuperata negli anni successivi. In tutti i casi, si deve trattare di un finanziamento di tipo ipotecario, cioè garantito da ipoteca. 

Quanto si recupera nel 730 sugli interessi del mutuo

Definita la possibilità di rimborso degli interessi sul mutuo e delle spese accessorie, e verificati i requisiti per poter accedere alla detrazione, è lecito chiedersi quanto si recupera nel 730 sugli interessi del mutuo.

Per i finanziamenti sull’abitazione principale, si può approfittare del 19%, con un tetto massimo di 4.000 euro. È quindi utile ricorrere a un esempio per la detrazione degli interessi sul mutuo per la prima casa, come da seguente tabella:

Interessi e spese accessorie19% di detrazioneRisparmio
3.000 euro570 euro570 euro
4.000 euro760 euro760 euro
5.000 euro950 euro760 euro

Come appare evidente, raggiunto il tetto massimo di 4.000 euro, si otterrà un rimborso non superiore a 760 euro: la porzione degli interessi e delle spese accessorie in eccedenza non verrà considerata ai fini del calcolo.

Se il finanziamento richiesto è per la ristrutturazione o la costruzione dell’immobile, bisogna invece considerare il tetto da 2.582,28 euro. Di conseguenza:

Interessi e spese accessorie19% di detrazioneRisparmio
2.000 euro380 euro380 euro
2.500 euro475 euro475 euro
3.000 euro950 euro490 euro

Anche in questo caso, raggiunto il tetto massimo di 2.582,28 euro, si otterrà un rimborso non superiore a 490 euro: la porzione in eccedenza non verrà considerata ai fini della detrazione.

È utile però sapere che il calcolo è sempre riferito all’intero mutuo. Di conseguenza:

  • per i mutui cointestati, il tetto massimo va suddiviso in base alle quote di proprietà o alla percentuale di interessi pagata da ogni proprietario. Se, di conseguenza, il mutuo è intestato al 50% a due coniugi, ognuno potrà detrarre fino a un massimo di 2.000 euro di interessi;
  • in presenza di rimborsi per gli interessi di un mutuo floor, e quindi si ha diritto a un rimborso per la differenza tra il tasso minimo applicato ed eventuali periodi di tassi negativi, questa porzione non rientra nel calcolo della detrazione IRPEF, bensì dovrà essere richiesto alla banca, tramite contenzioso. Le detrazioni fiscali si applicano infatti a interessi effettivamente corrisposti e certificati, non a rimborsi terzi non ottenuti.

Come si recuperano gli interessi sul mutuo

Compreso il funzionamento della detrazione, e il massimo che si può ottenere nel 730, come si procede materialmente alla richiesta di rimborso? In linea generale, non si effettua una domanda per il rimborso degli interessi sul mutuo prima casa, bensì si presenta il costo sostenuto in sede di dichiarazione dei redditi, affinché la detrazione venga automaticamente applicata.

Innanzitutto, è necessario recuperare tutta la documentazione necessaria: annualmente, la banca inoltra al mutuatario una certificazione, che riporta gli interessi e le spese accessorie pagate nell’anno precedente. Dopodiché, i dati presenti nella stessa certificazione,serviranno per la compilazione della dichiarazione dei redditi:

  • per il 730, si dovrà compilare il Quadro E “Oneri e Spese”, scegliendo la Sezione I e la riga E7;
  • per il Modello Redditi Persone Fisiche, ad esempio per i lavoratori autonomi, si dovrà completare il Quadro RP “Oneri e Spese”, scegliendo la Sezione I e la riga RP7.

Per il recupero degli interessi passivi sul mutuo sugli anni precedenti, va compilato il rigo E7 del 730 integrativo o il rigo RP7 del modello Redditi Persone Fisiche nella dichiarazione integrativa, specificando l’anno di riferimento. È possibile procedere entro 5 anni dall’anno omesso.

Tempistiche della detrazione

Ma il rimborso degli interessi sul mutuo prima casa, quando arriva? In altre parole, quali tempistiche sono necessarie? Se si procede con il 730, in genere:

  • se si procede alla presentazione veloce, quindi entro giugno, il rimborso potrebbe pervenire tra luglio e settembre dello stesso anno, in base ai tempi di lavorazione dell’Agenzia delle Entrate;
  • se si procede alla presentazione entro il termine del 30 settembre, il rimborso generalmente viene accreditato tra ottobre e novembre per i dipendenti e tra novembre e dicembre per i pensionati.
  • per le dichiarazioni tardive, eventuali rimborsi potrebbero slittare all’anno successivo a quello di presentazione.

Per il Modello Redditi Persone Fisiche, le tempistiche potrebbero invece essere più lunghe, indicativamente con rimborsi che partono dal novembre dello stesso anno fino al febbraio del successivo, in base ai tempi di lavorazione.

Se ci si avvale di un sostituto d’imposta, come ad esempio il datore per lavoratori dipendenti, la somma potrebbe essere direttamente accreditata in busta paga. I lavoratori autonomi, invece, ricevono solitamente un assegno oppure l’accredito sul conto corrente indicato all’Agenzia delle Entrate. I pensionati, infine, possono vedersi aggiungere la somma direttamente nella pensione.

Poiché la materia può essere anche notevolmente complessa, e il rischio di errori elevato, il consiglio è quello di affidarsi alla competenza del proprio commercialista di fiducia.

Affidarsi alla giusta agenzia immobiliare significa evitare stress di incombenze e calcoli , rivolgiti a noi dell’ Agenzia Immobiliare Unicasa .

Condividi

ACQUISTO PRIMA CASA:ecco le agevolazioni

Acquistare la prima casa è uno dei momenti più emozionanti e importanti della vita. È un passo che segna l’inizio di una nuova fase, che porta con sé molte opportunità, ma anche alcune sfide da affrontare con la giusta consapevolezza. In questo articolo, vogliamo fornirti una guida semplice e utile per orientarti al meglio nel processo di acquisto della tua prima casa, facendoti sentire supportato e sicuro nelle tue decisioni.

1. Come Prepararsi all’Acquisto della Prima Casa

Prima di iniziare a cercare la casa dei tuoi sogni, è fondamentale prepararsi sia dal punto di vista economico che pratico. Iniziamo con alcuni passi fondamentali:

  • Definisci il tuo budget: È importante stabilire un limite di spesa realistico, che includa il prezzo della casa, le spese notarili, le imposte di registrazione e altri costi accessori (ad esempio, eventuali lavori di ristrutturazione o miglioramenti).
  • Verifica il tuo mutuo: La maggior parte degli acquirenti di prima casa ricorre a un mutuo. Rivolgiti a un consulente per capire l’importo che puoi ottenere, la durata del mutuo e le rate mensili che ti saranno più sostenibili.
  • Considera il quartiere: La posizione della casa è fondamentale. Pensa alle tue esigenze future, come la vicinanza al lavoro, ai trasporti pubblici, alle scuole e ai servizi essenziali.

2. L’Importanza di un Agente Immobiliare Esperto

Un agente immobiliare professionista come Unicasa può fare la differenza nel processo di acquisto. Non solo perché ti aiuta a trovare la casa giusta, ma anche per consigliarti sulle migliori soluzioni di mutuo, su come negoziare e su quali documenti sono necessari per completare l’acquisto in modo sicuro e senza intoppi.

Con oltre 20 anni di esperienza nel settore, la nostra agenzia Unicasa è pronta a guidarti passo dopo passo, mettendo al tuo servizio la nostra esperienza nel mercato locale e la conoscenza delle migliori opportunità per l’acquisto della tua prima casa.

Quali sono le agevolazioni prima casa 2025?

Da lungo tempo lo Stato ha disposto una serie di agevolazioni per l’acquisto della prima casa, introducendo ulteriori novità nell’ultima legge di bilancio, in vigore dall’1 gennaio 2025. 

I benefici fiscali prevedono una riduzione delle imposte da pagare quando si acquista un immobile da destinare ad abitazione principale. Ecco nel dettaglio le agevolazioni prima casa 2025: 

  • Imposta di registro: se si acquista da un privato o da un’impresa che vende in esenzione IVA, si versa un’imposta di registro del 2% sul valore catastale al posto del 9%, con un importo minimo di 1.000 euro;
  • Imposta ipotecaria e catastale: entrambi questi tributi sono dovuti nella misura fissa di 50 euro ognuno;
  • IVA: acquistando da un’impresa con vendita soggetta a IVA, l’aliquota è applicata nella misura ridotta del 4% rispetto al 9%. In tal caso le imposte di registro, catastale e ipotecaria, saranno da versare nella misura fissa di 200 euro ciascuna. 

Tra i benefici “prima casa” ci sono anche delle spese detraibili, qualora l’acquisto venga finanziato da un mutuo: al posto delle imposte dovute, si paga un’imposta sostitutiva pari allo 0,25% dell’importo del mutuo. 

Sono spese detraibili, sempre al 19%, quelle relative agli interessi che si pagano sul mutuo, fino a un importo massimo di 4.000 euro, quindi la detrazione spettante ogni anno è di massimi 760 euro. Sempre nella misura del 19% si possono detrarre altre spese legate all’ottenimento del mutuo, quali quelle notarili e istruttorie, oltre all’imposta sostitutiva

. Agevolazioni prima casa: i requisiti

L’accesso alle agevolazioni prima casa e alle spese detraibili è possibile solo se si soddisfano determinati requisiti, sia oggettivi che soggettivi. In quest’ultima categoria rientra l’appartenenza dell’immobile a determinate categorie catastali: 

  • A/2 (abitazioni di tipo civile); 
  • A/3 (abitazioni di tipo economico);
  • A/4 (abitazioni di tipo popolare); 
  • A/5 (abitazioni di tipo ultra popolare);
  • A/6 (abitazioni di tipo rurale); 
  • A/7 (abitazioni in villini);
  • A/11 (abitazioni e alloggi tipici dei luoghi). 

Le agevolazioni spettano anche per le pertinenze dell’abitazione principale, che rientrano nelle categorie catastali:

  • C/2 (magazzini e locali di deposito);
  • C/6 (rimesse e autorimesse);
  • C/7 (tettoie chiuse o aperte), tutte nel limite di una pertinenza per ciascuna categoria.

Sono escluse, invece, le seguenti categorie: 

  • A/1 (abitazioni di tipo signorile); 
  • A/8 (abitazioni in ville);
  • A/9 (castelli e palazzi di eminente pregio storico e artistico).

Inoltre, chi vuole beneficiare delle agevolazioni prima casa, deve rispettare anche dei requisiti soggettivi, che analizziamo di seguito, relativi alla residenza e al possesso di altri immobili. 

Agevolazioni prima casa se si possiede già un immobile

Parlando dei requisiti soggettivi, è bene sapere cosa accade alle agevolazioni sulla prima casa se si possiede già un immobile. L’acquirente non deve essere proprietario, né titolare di diritto di usufrutto o uso di una casa situata nello stesso Comune in cui intende acquistare l’abitazione principale, anche nel caso in cui non ha fruito dei benefici per quella già posseduta. 

Inoltre, per accedere alle agevolazioni per la prima casa, l’acquirente non deve possedere altre abitazioni acquistate con gli stessi benefici. In caso contrario, può anche essere ammesso ai vantaggi fiscali previsti, con l’impegno però di vendere l’immobile già posseduto entro un lasso di tempo ben definito. 

Fino al 2024 il termine previsto era un anno, ma la Legge di Bilancio 2025 ha rivisto questo limite, estendendolo a due anni. La mancata osservazione di questa disposizione, comporta la perdita delle agevolazioni e quindi il pagamento delle maggiori imposte, con l’aggiunta degli interessi e di una sanzione pari al 30%.

Agevolazioni prima casa: che fare con la residenza?

Uno dei requisiti per l’accesso alle agevolazioni prima casa è legato alla residenza: l’immobile deve trovarsi nello stesso Comune in cui l’acquirente risiede. 

In mancanza di ciò, sarà necessario trasferire la residenza entro 18 mesi dall’acquisto, pena la perdita dei benefici, con conseguente obbligo al pagamento delle imposte nella misura ordinaria, con l’aggiunta di sanzioni e interessi. 

Agevolazioni prima casa senza residenza

Ci sono diverse situazioni in cui si può usufruire delle agevolazioni sulla prima casa, senza necessariamente avere la residenza nel Comune in cui si trova l’immobile al momento dell’acquisto. 

Una delle eccezioni riguarda il caso in cui la casa si trova nel Comune in cui l’acquirente svolge la sua attività lavorativa o di studio. Possono beneficiare delle agevolazioni prima casa senza dover trasferire la residenza anche i cittadini italiani che si sono trasferiti all’estero per ragioni di lavoro e hanno risieduto o svolto la propria attività in Italia per almeno cinque anni. 

Le agevolazioni saranno ugualmente riconosciute a patto, però, che l’immobile si trovi nel territorio del Comune di nascita o in quello in cui l’acquirente aveva la residenza o svolgeva la propria attività prima del trasferimento all’estero. 

Inoltre, il cittadino emigrato all’estero deve essere iscritto all’AIRE, ossia l’anagrafe italiana degli italiani residenti all’estero. 

3. I Vantaggi per i Giovani Acquirenti

Esistono diversi incentivi per chi acquista la prima casa, come agevolazioni fiscali e contributi statali che possono rendere l’acquisto più accessibile. Ad esempio, la “prima casa” ti consente di pagare imposte di registro ridotte e, in alcuni casi, di beneficiare di detrazioni fiscali per gli interessi sul mutuo.

4. Il Processo di Acquisto: Dalla Proposta alla Firma del Rogito

Una volta trovato l’immobile che ti interessa, l’agente immobiliare si occuperà della proposta di acquisto e delle successive fasi, dalla trattativa al preliminare fino alla firma del rogito notarile. Ogni fase deve essere affrontata con attenzione, e il nostro ruolo è proprio quello di assisterti e di semplificarti il processo, garantendo che tutte le condizioni siano rispettate e che tu possa firmare con serenità.

5. Conclusione

Acquistare la tua prima casa è un grande passo, e la nostra missione in Unicasa è quella di rendere questo viaggio il più semplice e gratificante possibile. Siamo qui per fornirti tutte le informazioni, il supporto e la competenza di cui hai bisogno per fare un acquisto consapevole, sicuro e soddisfacente.

Contattaci oggi per scoprire come possiamo aiutarti a realizzare il sogno di acquistare la tua prima casa. Con Unicasa, non sei mai solo nel tuo percorso verso la proprietà!

Condividi

Agibilità dell’immobile: tutto ciò che devi sapere prima di comprare o vendere casa

Quando si compra o si vende un immobile, uno degli aspetti fondamentali da verificare è l’agibilità. Ma cosa significa esattamente? E perché è così importante?

Noi di Unicasa, la tua agenzia immobiliare di fiducia a Rovato, siamo sempre al passo con le ultime normative e tendenze del settore per garantirti un servizio chiaro, trasparente e professionale. Ogni giorno lavoriamo per offrirti informazioni utili e aggiornate sul mercato immobiliare, aiutandoti a prendere decisioni consapevoli e sicure.

Oggi vogliamo parlarti dell’agibilità dell’immobile e del suo ruolo nella compravendita.


Cos’è l’agibilità di un immobile?

L’agibilità di un immobile è un certificato rilasciato dal Comune che attesta che la casa rispetta tutti i requisiti di sicurezza, igiene, salubrità e accessibilità richiesti dalla legge.

In altre parole, il certificato di agibilità garantisce che l’immobile è idoneo ad essere abitato e utilizzato senza rischi per la salute o la sicurezza.


Perché l’agibilità è importante per chi compra casa?

Se stai acquistando un immobile, è essenziale verificare che sia agibile, perché:

✅ Garantisce che la casa è conforme alle normative e non presenta irregolarità edilizie.
✅ Ti evita problemi futuri con l’attivazione delle utenze o richieste di adeguamenti.
✅ Protegge il tuo investimento immobiliare e facilita eventuali rivendite future.

Comprare un immobile senza agibilità può comportare difficoltà legali e costi imprevisti per ottenere la regolarizzazione.


Posso vendere un immobile senza agibilità?

In linea generale, la vendita di una casa priva di agibilità è consentita dal punto di vista legale, purché il proprietario avvisi pienamente la controparte, quindi l’acquirente. Infatti, con la sentenza 34211/2022, la Corte di Cassazione ha stabilito che la mancanza della SCA non determina la nullità dell’atto di vendita, bensì un inadempimento contrattuale nei confronti del compratore:

  • se non viene debitamente informato dell’assenza della certificazione;
  • di conseguenza, è fondamentale che tale mancanza sia esplicitata per iscritto all’interno del contratto di compravendita.
  • E’ buona pratica specificare la mancata agibilità già in sede di sottoscrizione del preliminare di compravendita, perché la mancata consegna della certificazione – sempre che l’acquirente non ne sia stato prontamente informato – può rappresentare una motivazione valida per la risoluzione dello stesso preliminare e, successivamente, del contratto definitivo. Inoltre, l’acquirente potrebbe aver diritto al È rimborso e alla restituzione di caparre o anticipi già versati.
    Ancora, è sempre indispensabile consegnare al papabile compratore eventuali altri documenti in proprio possesso, come l’atto di provenienza dell’immobile e l’eventuale attestazione di prestazione energetica (APE), ai sensi dell’articolo 1477 del Codice Civile. Se il proprietario dovesse essere sprovvisto anche di questa documentazione, è sempre ideale specificarlo sia in sede di preliminare che di contratto definitivo.
     
    Vendere un immobile privo di agibilità non è impossibile, ma può rendere la vendita più complicata. Gli acquirenti, infatti, potrebbero avere difficoltà ad ottenere un mutuo o potrebbero richiedere uno sconto significativo sul prezzo di vendita.
    Se il tuo immobile non ha il certificato di agibilità, il nostro team di Unicasa può aiutarti a verificare la situazione e consigliarti sulle migliori soluzioni per regolarizzarlo prima di metterlo sul mercato.

    Come si ottiene il certificato di agibilità?
    L’ottenimento dell’agibilità dipende da diversi fattori, tra cui:
    ✔️ La conformità dell’immobile alle norme edilizie e urbanistiche.
    ✔️ Il rispetto delle norme igienico-sanitarie.
    ✔️ La presenza di impianti a norma di sicurezza.
    Se hai dubbi sulla documentazione del tuo immobile, rivolgiti a noi! Ti aiuteremo a fare chiarezza e a gestire il processo con il supporto dei migliori tecnici specializzati.

     
     
    Quando si deve richiedere l’agibilità
    La presentazione della Segnalazione Certificata di Agibilità, secondo quanto previsto dall’articolo 24 del D.P.R. 380/2001, ovvero il Testo Unico dell’Edilizia, deve solitamente avvenire entro 15 giorni dalla conclusione dei lavori di costruzione di un nuovo edificio o, ancora, dalla ristrutturazione di un immobile già esistente.
     
    Di norma, il certificato di agibilità è obbligatorio per:
  • le nuove costruzioni;
    la ristrutturazione o l’ampliamento di edifici già esistenti;
    la modifica della struttura e degli impianti di un edificio;
    la modifica della destinazione d’uso di un immobile.
     
    Unicasa: la tua guida nel mondo immobiliare
    Sappiamo bene che il mercato immobiliare può essere complesso e che ogni transazione richiede attenzione e competenza. Per questo motivo, noi di Unicasa mettiamo al primo posto la trasparenza e la professionalità, guidandoti passo dopo passo nella vendita o nell’acquisto del tuo immobile.
    Hai bisogno di una consulenza? Vuoi sapere se la tua casa è in regola con l’agibilità?
    📞 Contattaci oggi stesso!
    Siamo qui per darti tutte le informazioni necessarie e accompagnarti con la massima serietà e competenza in ogni fase della compravendita.
    🔗 Scopri di più sul nostro sito: www.agenzia-unicasa.it

Condividi